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FAY CLAASSEN & TRIO PETER BEETS

“Live at the Amsterdam Concertgebouw – A Glorious Tribute to Rita Reys” (Challenge – 2014)

Just One Of Those Things / I’m Old Fashioned / When Sunny Gets Blue / The Song Is You / Poor Butterfly / ‘S Wonderful / Zon In Scheveningen /I’ve Got The World On A String / Meditation / You’d Be So Nice To Come Home To / Detour Ahead / Summertime

Fay Claassen, voce; Peter Beets, pianoforte; Martijn Van Iterson, chitarra; Ruud Jacobs, contrabbasso

Fay Claassen è nome quasi del tutto sconosciuto in Italia, eppure nel nord Europa può godere di larga stima e alta considerazione. Anch’io l’ho scoperta proprio con questo disco, ma in realtà la sua discografia è già piuttosto estesa, avendo inciso con musicisti internazionali come Mike Stern, Kenny Werner, Toots Thielemans, la WDR Big Band, la New Art Orchestra di Bob Brookmeyer, e collaborato con arrangiatori del calibro di Jim McNeely, Vince Mendoza e Mike Abene. Il suo doppio album “Two Portraits of Chet Baker” ha vinto numerosi premi ed è stato eletto nel 2013 dal referendum All About Jazz USA “Miglior disco di jazz vocale dell’anno”. E’ chiaro quindi che ci troviamo di fronte ad un’artista di caratura ben superiore alla media, e l’ascolto di questo live ne è piena conferma. Grazie, eleganza, dizione perfetta, voce attraversata da venature “smokin'” che le conferiscono un fascino insolito, padronanza del testo e una montagna di swing : credo che possa bastare! Paragonata perfino a una Audrey Hepburn del jazz, la giovane (non diciamo gli anni, per carità…) cantante olandese non sbaglia un colpo alle prese con un repertorio di immortali standard resi con una freschezza e una classe che faccio fatica a trovare anche oltreoceano, ed è tutto dire. Il tributo a Rita Reys, enorme cantante che ci ha lasciato nel 2013, appare del tutto naturale a questo punto. Rita dominò la scena europea per decenni, e il suo range espressivo era molto vasto, tale da coprire il jazz tradizionale, lo swing, il bop, la canzone d’autore. La sua discografia comprende dischi molto importanti con il trio del marito Pim Jacobs, eccellente pianista, e concept album dedicati a Jobim, Michel Legrand, Burt Bacharach, non facili da reperire. Ma la Fresh Sound sta ristampando alcuni titoli da non perdere, si può cominciare intanto con quelli. Il legame con Rita è qui evidenziato dalla presenza del leggendario Ruud Jacobs, fratello di Pim e fetta di storia vivente del jazz europeo.  Il suo timing è ancora impressionante e la sezione ritmica tira che è una meraviglia. Un figurone lo fa Peter Beets, per il quale è difficile trovare altro aggettivo se non strepitoso, dopo averne ammirato le qualità tecniche e la scioltezza nell’improvvisazione (cercate a questo punto i suoi dischi per la Criss Cross). E Van Iterson svolge benissimo un ruolo alla Herb Ellis nel trio di Oscar Peterson, quindi di forte sostegno ritmico, tale da non far rimpiangere affatto la presenza di un batterista.
Tornando alla Claassen, direi che il meglio di sé lo dà nei brani veloci, dove ha modo di sciorinare al meglio tutte le sue potenzialità e di entusiasmare il pubblico. Però ogni song nasconde un piccolo tesoro interpretativo, una rinascita continua che si sposa con una felicità espositiva quasi palpabile. La registrazione, perfetta nella valorizzazione e separazione dei suoni,  contribuisce infine a rendere questo CD una gioia per le orecchie e per lo spirito. Chi ama il jazz vocale è avvertito.

Massimo Tarabelli

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