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TOMASZ STANKO – “Wislawa”

TOMASZ STANKO
Wislawa

ECM (2012 – 2 CD)

Wislawa / Assassins /Metafizyka /Dernier Cri /Mikrokosmos /Song For H /
Oni /April Story /Tutaj-Here /Faces /A Shaggy Vandal /Wislawa, var.

Tomasz Stanko, tromba; David Virelles, pianoforte;
Thomas Morgan, contrabbasso; Gerald Cleaver, batteria

Con “Wislawa”, Tomasz Stanko conferma di trovarsi in uno stato di grazia, sotto molti punti di vista. La sua
tromba continua a lanciare note di profondo lirismo, legate ad una concezione “davisiana”, se volete, ma
del tutto peculiare quando si inseriscono in un contesto compositivo che fa della suggestione il suo perno
principale. Già, le composizioni : Stanko è sempre stato lontano dal mondo degli standard americani,
preferendo puntare su un personale songbook permeato di atmosfere notturne, altamente evocative. Da
qui nasce una personalità fortissima, subito riconoscibile, che trascende la figura del musicista per ergersi a
quello di poeta, in cui lo strumento è solo un tramite per comunicare emozioni e sensazioni vibranti. E non
può essere un caso quindi che la base d’ispirazione per questo doppio album siano le liriche della poetessa
polacca Wislawa Szymborska, premio Nobel per la letteratura nel 1996 e scomparsa nel 2012. Stanko
incontrò Wislawa e collaborò con lei, improvvisando durante un suo reading  nel 2009, e da quelle parole
ha tratto le idee per modellare dei brani dilatati, in apparenza statici, ma percorsi da sussulti e fremiti di
grande intensità, a cui il nuovo quartetto americano apporta un significativo contributo, non scevro da una
concezione di swing che allarga i confini finora conosciuti.

Di Stanko si conoscono infatti molto bene  le straordinarie capacità nello scovare giovani talenti, e anche
stavolta il trombettista polacco non sbaglia un colpo. Accanto al più navigato Gerald Cleaver, peraltro qui
eccellente, David Virelles è di origine cubane ed è praticamente nuovo per la scena del jazz, mentre il
bassista Thomas Morgan ha già suonato con John Abercrombie, Masabumi Kikuchi e forma con Cleaver due
terzi del trio del pianista Craig Taborn. Tutti forniscono una prova superlativa, lasciando trasparire una
ferrea preparazione tecnica, necessaria per esaltare ancor più il suono magnifico di tasti, corde, piatti e
tamburi, del resto splendidamente registrati.  Detto questo, risulta complicato segnalare un brano piuttosto
che un altro. L’opera va apprezzata nella sua interezza, nella diversità di situazioni e sequenze solistiche di
altissimo livello, improntate spesso su una completa libertà espressiva che si risolve in forme melodiche di
struggente bellezza.

A settantuno anni, Tomasz Stanko possiede ancora un labbro sicurissimo e la sua tromba fa scintille. In un
periodo storico in cui la musica è ferma, per non dire di peggio, in cui la realtà quotidiana ci mette di fronte
a drammi di ogni tipo, la sua figura diventa per me sempre più necessaria, irrinunciabile. E mi piace pensare
che esista un artista di quelle capacità, che parli prima al cuore e poi al cervello, in grado di restare per
sempre.

Massimo Tarabelli

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