Ancona Jazz The Finest in Jazz since 1973

A tutto jazz Basso e Fuller.

ANCONA – Si sono avvicendati, sui palchi di Osimo e Ancona, due veterani: Gianni Basso, classe 1931, è il senatore del jazz nazionale, sempre disponibile a suonare con giovani musicisti locali, per diffondere il linguaggio più vero, legato ai grandi nomi del passato.

Nell’ambito della rassegna multigenere al Teatrino del Palazzo Campana, il suo programma si è basato soprattutto su composizioni di Duke Ellington e su slow-tempo struggenti, come “These Foolish Things” o “Don’t You Know I Care”, ove ha confermato il senso del racconto tipico del “balladeur”, con una punta d’ironia di cui il suono, ora pieno ora velato, del sax tenore ha costellato ogni interpretazione.

Punto di contatto tra il suo concerto e quello del settantenne trombonista Curtis Fuller, esibitosi l’indomani all’Aula Magna dell’Ateneo dorico nell’ambito de “Le Strade del Jazz”, è stato “Caravan”, anticipato da una commovente dedica del leader a Juan Tizol, trombonista “indispensabile” dell’orchestra ellingtoniana e mai apprezzato nella sua piena grandezza. Fuller, pur provato dall’età che non gli consente lunghi assoli, mantiene il suono greve, legato scuro e fraseggio pulito, che lo ha reso campione dell’hard bop negli anni Cinquanta.

E a questo genere si attiene il gruppo, front-line di trombone-tromba- sax tenore da brividi, forte di un Don Sickler calibrato in ogni intervento, e di un Javon Jackson maturo, come ha dimostrato nella splendida interpretazione di uno standard anche fin troppo abusato come “Body and Soul”.

Merito del successo anche della sezione ritmica straordinaria, guidata da un Ronnie Mathews in gran forma, dispensatore di gemme pianistiche sia nell’accompagnamento sia in trio.


Sembrava di ascoltare un disco “Blue Note” d’epoca, con introduzione del tema a tre voci all’unisono o in polifonia, e lo snocciolarsi di assoli pertinenti e carichi di sviluppi armonici.

Per chi scrive, poi, l’emozione è stata ancor più grande, se si pensa che il primo disco jazz acquistato, nel 1970, fu “Blue Train” di John Coltrane, e quindi il primo assolo di trombone proprio di Curtis Fuller.


ANDREA PIERMATTEI
fonte : Corriere Adriatico

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