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Io e Miles Davis

Un libro uscito a Novembre scorso in Italia (all’ultimo “Ancona Jazz Festival” si è potuto comprare in anteprima), è : “Io e Miles Davis: vita e musica di un genio” di Quincy Troupe. Segnaliamo con piacere che il libro, pubblicato negli USA nel 2000, è stato tradotto dai fratelli Stefano e Massimo Tarabelli di “Spaziomusica” (da veri jazzofili l’uso, tradotto e no, del termine “cool”: freddo, rilassato o semplicemente “cool”), e curato da “peQuod”, casa editrice locale. Il capoluogo marchigiano ancora in prima fila nella diffusione del jazz: e il libro di Troupe un tassello importante per la conoscenza del trombettista jazz più famoso al mondo, insieme a Louis Armstrong. Eppure quanto diversi appaiono agli occhi dell’autore!, un poeta “militante” (nel senso: “orgoglioso d’essere nero”) che entrò nelle grazie di Miles proprio per averlo trattato con la sua stessa sfrontatezza. Il libro racconta la storia di un’amicizia vera, matura, legata ai reciproci mestieri (gli fu affidata l’“autobiografia” di Davis).

   Dal primo concerto ascoltato dal diciassettenne Troupe nel ’56 in un locale di Saint Louis (ove Coltrane sostituì per la prima volta Sonny Rollins nel “quintetto stellare”), all’incontro “di persona” nel ’78 durante una festa privata, alle giornate passate col registratore in mano per raccogliere la vita tormentata del trombettista: da tutto traspare un’ammirazione assoluta, eppure ricondotta ad una familiarità, ad un rispetto reciproco quali Miles riservò a pochissime persone.

   Sotto il profilo musicale, sorprendente il giudizio sul pianista McCoy Tyner (“spiegami, Quincy perché ti piace Tyner”); come le pagine dedicate alla “svolta elettrica”, utili, anche se non sempre condivisibili, per chi la ritiene punto di “non ritorno”; il rapporto con Wynton Marsalis o l’influenza di Jimi Hendrix: commovente, perché presago di morte, lo sfogo di Miles quando si fece convincere a suonare parte della musica scritta da Gil Evans al festival di Montreux, proprio lui che non voleva mai ri-eseguire “musica del passato”. Non la suonò, perché si spense il 28 settembre 1991.

ANDREA PIERMATTEI
fonte : Corriere Adriatico

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