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FABRIZIO BOSSO & JAVIER GIROTTO LATIN MOOD : “Vamos” – Schema (2011)

Vamos /Waltz Del Clavel /Algo Contigo /In A Sentimental Mood /El Mastropiero /Sophia /A Tast Of Honey /Teorema /Africa Es /Mathias /Maragliao

 

Fabrizio Bosso,tromba; Javier Girotto, sax soprano, sax baritono; Natalio Mangalavite, pianoforte, voce; Luca Bulgarelli, basso elettrico; Lorenzo Tucci, batteria; Bruno Marcozzi, percussioni

Arrivato al secondo CD in sei anni, il Latin Mood di Bosso e Girotto sforna un’opera esemplare per maturità espressiva e intenzione progettuale. Mi spiego meglio: inteso di norma come un jazz fortemente influenzato dalla musica cubana (Machito, Candido, Chico O’Farrill, Dizzy e Bird, e quindi Tito Puente, Cal Tjader, Michel Camilo e perdonate per tutti gli altri che ho dimenticato), il mondo latino di questo sestetto è in realtà affrontato nella sua globalità, inclusa quindi l’America del Sud, Argentina in testa, e non poteva essere diversamente, viste le origini del sassofonista e del pianista Mangalavite. Ne esce quindi un vocabolario ricchissimo di suggestioni, rimandi, valenze poetiche e ritmiche, insomma uno spettro di colori avvolgente come pochi altri. Il pericolo, tra virgolette, sarebbe semmai emerso nel mancato controllo di un materiale tematico simile, in cui le superiori capacità solistiche dei due leader avrebbero potuto prendere il sopravvento su un disegno complessivo. Ma i risultati vanno in tutt’altra direzione: qui ci sono arrangiamenti felici, assoli brevi ma intensi, spazio per ognuno, e a tale riguardo una menzione va fatta a Natalio Mangalavite, pianista dal tocco cristallino che si sposa ad una musicalità innata e ad un senso dell’improvvisazione sempre orientato verso la melodia (attenzione al suo assolo in “Algo Contigo”, in cui dà prova anche di appropriato cantante). Il
repertorio è formato in gran parte di originali e su due pregevoli riletture, in chiave latina si intende, dell’ellingtoniano “In A Sentimental Mood” e di un inaspettato “Taste Of Honey”, hit commerciale di Bobby Scott portato al successo da Herb Alpert negli anni ’60, e dimenticato da tempo. Se Fabrizio è lucido e ispiratissimo (emozionante in “Teorema”), Javier convince in ogni
“solco” in entrambi gli strumenti, mentre la ritmica fornisce un tappeto ritmico roccioso e attento alle dinamiche, mai esasperante, addirittura strepitoso in “El Mastropiero”, bellissimo pezzo di Girotto.

Ecco quindi un nuovo grande gruppo, forse sottovalutato. Al termine del loro stupendo concerto durante il nostro ultimo festival alla Mole, Lorenzo Tucci mi ha confermato che, a suo dire, non esiste in Italia formazione stabile superiore. Concordo a tal punto da credere che sia opinione verosimile anche in campo internazionale, e un CD come questo dovrebbe aiutare a far conoscere il sestetto al di là dei confini nazionali. L’unico rimpianto è che non contenga il bis del concerto di Ancona: una versione da brividi di “The Shadow Of Your Smile”. Mi raccomando, alla prossima …

Massimo Tarabelli

 

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