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MARIO ROMANO – “Valentina” – Alma Records (2010)

MARIO  ROMANO

“Valentina” – Alma Records (2010)

A Night In Tunisia /Norwegian Wood /Autumn Leaves /Nardis /Those Damn I Love Yous /On Green Dolphin Street /Windows /Via Romano /Someday My Prince Will Come

Pat LaBarbera, sax tenore; Mario Romano, pianoforte; Roberto Occhipinti, contrabbasso; Mark Kelso, batteria

Mario Romano è stato sicuramente il musicista più sorprendente dell’ultimo Ancona Jazz Summer Festival, sei giorni peraltro che di sorprese e meraviglie ce ne ha fornite parecchie. Mario ha saputo unire una formula entusiasmante al piacere della scoperta, il tutto condito da una simpatia e un’affabilità più uniche che rare. Dicevo della formula: sì, il quartetto è classico e il sassofonista è superlativo, ovviamente, ma l’interesse principale del gruppo risiede nella piacevolezza del materiale tematico, in arrangiamenti arguti e originali e in assoli talvolta travolgenti, che legano lo spettatore alla sedia. Mario Romano, il leader, è figura anomala di musicista part-time con una professione imprenditoriale che l’ha portato all’agiatezza economica e alla libertà, finalmente, di dedicarsi con sempre maggiore piacere e disinvoltura al pianoforte, che ha ripreso in mano dopo trentacinque (!) anni di silenzio, e al suo tanto amato jazz. Figlio di emigranti abruzzesi, Mario vive da parecchi anni a Toronto, dove ha avuto modo di incontrare Pat LaBarbera, insegnante nel cittadino Conservatorio, con cui ha intavolato subito un rapporto di collaborazione estremamente proficuo. Su Pat parlano le cronache e i tanti dischi incisi, a partire da quelli con Elvin Jones che lo scelse tra i primi sassofonisti del dopo John Coltrane. Un maestro in azione, un grande jazzista umile quel tanto che basta a passare quasi inosservato dalla critica (come tanti altri, ahimè!), ma del tutto essenziale ad un jazz caldo, emozionante e viscerale come quello di Romano, la cui passione spazia dagli standard più famosi a inattesi recuperi del grande periodo rock degli anni ’60 : qui ascolterete “Norwegian Wood” dei Beatles (uno dei temi preferiti della mia gioventù), ma in concerto i quattro hanno eseguito anche “Sunshine Of Your Love” dei Cream, a riprova di un passato che, per chi è nato negli anni ’50, continua a vibrare nel profondo dell’anima. Il jazz di Mario fonda le sue radici comunque nel linguaggio consolidato da Miles e Coltrane, e da molti altri grandi. Il suo pianismo è un personale frullato di McCoy Tyner, per la possente mano sinistra, la cui dislocazione ritmica sfocia talvolta nell’imprevedibile, Herbie Hancock e Wynton Kelly, per l’utilizzo di uno stile a note singole con la destra che occupa tutta la tastiera, e personalmente sento anche un piccolo retaggio di Dave Brubeck per la forte accentuazione timbrica, e per l’inflessione “bluesy” di certi passaggi.

Nella scaletta di questo ottimo CD, adatto per qualsiasi stagione, si passa dal bop d’inizio a standard che tutti conoscono, ma qui rinfrescati tanto da sembrare scritti ieri, fino al modale di “Via Romano” e alla stupenda ballad “Those Damn I Love Yous”, uscita dalla penna del pianista, che si rivela quindi anche sensibile compositore, in cui compare un’affascinante cantante, Kristy, e un appropriato quartetto d’archi. Detto che anche la ritmica è di alto livello, con menzione particolare al suono del contrabbasso di Occhipinti, non rimane che consigliare caldamente questo disco che però, vi avverto subito, sarà quasi impossibile trovare nei negozi o su Amazon o su dove volete voi. Infatti Mario Romano ha un carattere tanto generoso (e ne sono ulteriore prova le numerose beneficenze che mette in opera su molti campi del sociale) da regalarlo al termine dei suoi concerti. Oppure, il consiglio parte da lui stesso, è possibile scrivere tramite il suo sito : riceverete il disco a casa vostra gratuitamente, spese di spedizione incluse.

Be’, più originale di così …. Il nostro festival non lo perderà sicuramente di vista!

Massimo Tarabelli

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