DENA DeROSE “A Walk In The Park” – MaxJazz

La nostra cantante preferita ha registrato questo disco un paio di mesi dopo le tre giorni (o meglio, notti) di Ancona Jazz Summer Festival 2004, quando fornì prove entusiasmanti in diverse .....

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ROBERTO DEMO “Sono un Bluff” – Abeat (2004)

Torna, dopo un silenzio di tre anni, il cantante Roberto Demo, con un’opera che ne definisce più accuratamente direttive e orizzonte stilistico.

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HOD O’BRIEN “Blues Alley – First Set & Second Set” – Reservoir (2004)

Eccone un altro. Intendo di quelli sottovalutati, o peggio ignorati del tutto. Stiamo parlando di un uomo di oltre settanta anni che molto ha contribuito all’affermarsi del bebop negli anni ’50...

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ROBERTO MAGRIS EUROPLANE “Check-In” – Soul Note (2003)

Sarebbe interessante far ascoltare “Check-In” in un blindfold test: ne sentiremmo delle belle! Questo, infatti, è uno dei dischi “made in Europe” più americani che abbia sentito...

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TONY BENNETT “The Art Of Romance” – Columbia (2004)

Ascolto quest’ultimo disco del più grande cantante del mondo con colpevole ritardo ma, chissà come e perché, il CD era finito proprio in fondo a una pila altissima nel periodo natalizio.

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SHELLY BERG “Blackbird” – Concord (2003)

Shelly Berg ha due difetti. Il primo, grave, è che suona benissimo un jazz privo di complicazioni cerebrali.. Il secondo, gravissimo e imperdonabile, è di non essere drammatico, ma di trasmettere invece piacevoli sensazioni di ottimismo e di serenità.

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DAVID “FATHEAD” NEWMAN “I Remember Brother Ray” – HighNote (2004)

Tra i molti e recenti tributi a Ray Charles non poteva mancare il ricordo discografico del musicista più vicino a “The Genius”, colui che ne ha condiviso per anni la vita e la musica: il tenorsassofonista e flautista David “Fathead” Newman.

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MATT WILSON “Wake Up! (To What’s Happening)” – Palmetto Records (2004)

Non fermatevi alla copertina – orrenda – di questo CD. Sembra un disco rock psichedelico degli anni ’60, mentre nasconde una seduta di jazz quanto mai ispirato e intelligente, originale pur essendo calato nel grande solco della tradizione.

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JAZZMATES feat. PATTI WICKS “Basic Feeling” – JazzGuests (2004)

Signore e signori, prego: massima attenzione. La cantante che vi presento non è brava né bravissima, ma una fuoriclasse, di quelle che dopo un paio di battute ti hanno già catturato l’anima e il cervello.

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GIANNI BASSO QUARTET feat. ENRICO RAVA “Tea For Two” – Philology (2003)

Ha proprio ragione Paolo Piangiarelli quando scrive, nelle note di copertina, che questo è un disco di altri tempi, di quel jazz che “fa male”, secondo una regola praticamente fissa fino ai primi anni ’60.

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