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ANITA WARDELL “The Road” – Specific Jazz (2012)

 ANITA WARDELL

“The Road” – Specific Jazz (2012)

Travels – The Road / You’re My Thrill / Without A Song /With Every Breath I Take / Frevo Em Maceio / Surrey With The Fringe On Top / Superwoman / Mirrors / Vocé e eu

Anita Wardell, voce; Robin Aspland, pianoforte; Jeremy Brown, contrabbasso; Tristan Mailliot, batteria; Guillermo Hill, chitarra; Adriano Adewale, percussioni.

Attendevo con una certa curiosità il nuovo lavoro di Anita Wardell, cantante inglese da noi proposta con notevole successo un paio di volte in esclusiva per l’Italia, nel 2008 a Montemarciano per “Le Strade del Jazz” e nel 2010 alla Mole per Ancona Jazz Summer Festival ,in una serata doppia che la vide anche duettare con Dena DeRose. In quest’ultima occasione Anita mi raccontò del suo prossimo disco, che sarebbe stato tutto imperniato sul vocalese, particolare stile in cui lei eccelle e che ha avuto in un’altra grandissima vocalist inglese, Annie Ross, la principale interprete. Non so cosa sia poi successo, ma credo di immaginarlo, perché “The Road” preferisce puntare su un più largo raggio di situazioni, e quindi su un potenziale di pubblico più vasto, opportunità che Anita, dopo anni di carriera, merita senza alcun dubbio. La scaletta si apre con un brano di Pat Metheny, ballad pop evocativa, e poi si dipana su standard, jazz ballad di notevole profondità, un classico di Stevie Wonder, un originale di Bobby Hutcherson con liriche adattate della stessa Wardell (ecco il vocalese!) e un paio di temi brasiliani usciti dalla penna di giganti come Hermeto Pascoal e Carlos Lyra. Un repertorio forse un po’ troppo eterogeneo, ma imperniato sempre un  gusto superiore che accomuna song tanto lontane nello spirito. Anita qui si dimostra cantante completa, matura ed attenta, ma niente affatto frenata, anzi. Se la sua bravura nelle ballad era già nota (non dimenticherò mai il suo “What’s New” iniziale a Montemarciano), lo scat appare più equilibrato nell’economia degli arrangiamenti, tutti usciti dalla penna fertile di Robin Aspland, l’eccellente pianista fisso di Anita ed in grado di armonizzare qualsiasi sussurro.  Chi cerca lo “straight ahead”, con “Without A Song” avrà piena soddisfazione : swing a raffica, e Anita a suo completo agio in uno scat agilissimo, di notevole padronanza tecnica. Altra pezzo di bravura è il “Frevo” di Pascoal, senza testo, ma che impegna la cantante in una prova di badabada del tutto convincente, mentre il classico della bossa nova finale è affrontato in un appropriato portoghese con l’immancabile intermezzo scat, tanto per ricordarci dove sia la sua vera passione.                                                                                                                                                                                           Un disco che si colloca tra i migliori dell’anno per quanto riguarda il jazz vocale e che impone, vista la crescita costante di Anita Wardell, un’ulteriore impaziente attesa per quello successivo. Certo, spero anche di rivederla dal vivo, prima o poi, magari in qualche club di Londra, situazione che le calza come un guanto.

Massimo Tarabelli

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