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MATT WILSON “Wake Up! (To What’s Happening)” – Palmetto Records (2004)



 

Non fermatevi alla copertina – orrenda – di questo CD. Sembra un disco rock psichedelico degli anni ’60, mentre nasconde una seduta di jazz quanto mai ispirato e intelligente, originale pur essendo calato nel grande solco della tradizione.

 

Matt Wilson è oggi forse il batterista bianco più richiesto sulla scena di New York, per merito di una notevole duttilità stilistica che si accompagna ad una somma maestria tecnica. Con un piede nel passato e l’altro nell’avanguardia (per non parlare delle mani…), Matt evidenzia una personalità artistica talvolta caricaturale e grottesca, esagerata e di dubbio gusto.
Il suo quartetto con due sassofoni è un misto di “Helzapoppin’” e hard rock acustico (scusate l’ossimoro), divertente per pochi minuti e poi stucchevole e irritante oltre ogni dire. Bene, qui siamo all’opposto. Ci sono classe e consapevolezza altissime nella scelta di un materiale sì eterogeneo, ma tenuto sotto controllo e riportato in una dimensione univoca in cui tutti i componenti dimostrano pari importanza strategica. Più arte che mestiere, quindi, volendo indugiare sul nome del gruppo, “Arts & Crafts”.
Tra i solisti, impeccabili e innovativi, menzione speciale per Larry Goldings, capace di tirar fuori un assolo all’organo su Silence, famoso brano di Charlie Haden, strabiliante per senso del discorso e sonorità insolita dello strumento. Mentre i brani che più mi hanno colpito sono Aluminum Baby di Jaki Byard, indimenticato pianista di Charles Mingus, Luiza di Jobim, lo standard We’ll Be Together Again.
In There Comes A Time di Tony Williams, batterista stimatissimo da Wilson (ma lontano da lui stilisticamente) compare anche la voce obliqua di Curtis Stigers, che conferisce al pezzo un adeguato blues feeling.

Matt Wilson dirige questo quartetto con mano ferma e sicura, tanto da far capire di essere il leader senza prendere assoli né mai prevaricare alcuno.

Quando lo sentiremo dal vivo in Italia?

 

Massimo Tarabelli

 

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