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DAVID “FATHEAD” NEWMAN “I Remember Brother Ray” – HighNote (2004)


Tra i molti e recenti tributi a Ray Charles non poteva mancare il ricordo discografico del musicista più vicino a “The Genius”, colui che ne ha condiviso per anni la vita e la musica: il tenorsassofonista e flautista David “Fathead” Newman.

 

Ray non amava quel soprannome, e preferì chiamarlo sempre “Brains”, riferendosi alla sua intelligenza e statura professionale. Credo proprio che David non sarà stato felice da come viene (mal)trattato nel film di Taylor Hackford. Al contrario la sua presenza accanto al grande pianista e cantante cieco fu di primaria importanza, voce guida sia in orchestra che nei piccoli gruppi di stampo jazzistico.

Classe 1933, stile voluttuoso dal massiccio impatto bluesy, David entra a pieno diritto in quella schiera di sassofonisti  unici, dal linguaggio non esportabile (penso a Arnett Cobb, Illinois Jacquet, James Clay, Eddie Lockjaw Davis, Gene Ammons). Qui mi sembra particolarmente ispirato, con un suono largo e magnifico, privo di increspature. Lo spirito del “fratello” Ray aleggia dappertutto, ma in particolare su “Hit The Road Jack”, “Georgia” e “Ruby”, brani in cui sembra di sentire la sua voce entrare da un momento all’altro.

Gli accompagnatori sono noti e eccellenti, tuttavia John Hicks svolge un compitino piuttosto anonimo, conoscendone la statura e originalità, e la presenza di Steve Nelson appare superflua. Un piccolo inciampo di produzione che comunque non intacca la bontà del disco, estremamente sincero e commovente, perfetto omaggio alla figura di un artista che tanto ha dato alla musica dell’anima.

 

Massimo Tarabelli

 

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