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DAVID HAZELTINE “The Jobim Songbook In New York” – Chesky (2006)

DAVID  HAZELTINE

“The Jobim Songbook In New York” – Chesky (2006)

 

Dreamer /Once I Loved /Meditation /Quiet Nights /Dindi /Wave /One Note Samba /Desafinado /Caminhos Cruzados /O Grande Amor /The Guirl From Ipanema

 

David Hazeltine, pianoforte; Nat Reeves, contrabbasso; Joe Farnsworth, batteria

 

Lo ammetto: mi sono avvicinato a questo disco con negligente superficialità, giustificata appena dal fatto che acquisto di regola qualsiasi disco di e su Jobim.

 

Ma dovevo aspettarmi questo risultato. Già il titolo del CD è piuttosto chiaro, e poi il pianista, lo sappiamo bene, ha la migliore qualità nel trasformare qualsiasi materiale che il suo estro sottoponga alla tastiera.

Quindi niente affatto bossa-nova, né atmosfere da spiagge dorate, capirinha e ancheggiamenti assortiti. Hazeltine e i suoi fidi accompagnatori – strepitosi, aggiungo subito – swingano duro, come appunto a New York. Ci sono anche le ballad, è ovvio (“Dindi” e “Caminhos Cruzados”, splendide), ma blues feeling, fraseggi boppistici, approcci che rimandano ai grandi della tastiera (Peterson, Jamal, Powell, Walton, Evans e vari altri), la fanno da padrone, insieme con arrangiamenti inattesi e accattivanti.

David Hazeltine è un eccellente pianista tra i più attivi sulla scena, il cui merito principale, come strumentista, è quello di aver imparato benissimo la lezione della storia, e come musicista è nella sapienza di armonizzazione e rilettura. Pedali, vamp, tensioni e soluzioni, varietà ritmiche, costituiscono lo sfondo a soli di notevole fluidità e padronanza di tocco, sempre interessanti nelle uscite melodiche.

Per quanto riguarda i ritmi, Reeves conferma di essere cresciuto molto, soprattutto come accompagnatore, ruolo che svolge con metronomica e musicalissima puntualità; e Farnsworth riesce a stupire ancora, disco dopo disco, concerto dopo concerto, in virtù di una tecnica senza rivali (il lavoro alle spazzole ha una valenza quasi didattica) e di due orecchie sempre più pronte a captare e sottolineare qualsiasi sussulto del solista (Billy Higgins sorride dal cielo).

Un disco bello e intelligente, eseguito con il cuore e con la testa : del resto, siamo a New York!

 

Massimo Tarabelli

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