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TARDO HAMMER “Look Stop & Listen” – Sharp 9 (2007)

TARDO  HAMMER

“Look Stop & Listen”  – Sharp 9 (2007)

 

Focus / Look Stop & Listen / Smooth as the Wind /Dial B For Beauty /The Squirrel /Hot House /Super Jet /If You Could See Me Now /Our Delight /Flossie Lou

 

Tardo Hammer, pianoforte; John Webber, contrabbasso; Joe Farnsworth, batteria

 

Meno male che ancora qualcuno si ricorda di Tadd Dameron. Non mi sorprende che stavolta sia Tardo Hammer, perché il pianista è uno dei più puri e fedeli interpreti del linguaggio bop, ma mi domando anche quanti giovani – musicisti o semplici ascoltatori – conoscano l’opera e il dettato di un musicista sempre sottovalutato quale fu, e resta, Dameron.

 

Una motivazione di tale “dimenticanza” consiste forse nel fatto che il bebop rappresentò la massima esaltazione del solista, mentre Tadd fu soprattutto un arrangiatore, raffinatissimo ed elegante, e compositore di temi straordinari, forse troppo difficili a causa di strutture armoniche insolite. Non è errato pensare a Dameron come una sorta di Duke Ellington del bebop, dal quale il pianista di Cleveland trasse l’amore per le combinazioni sonore, l’impasto timbrico di più strumenti, quando il bop si esaltava invece nella formula del quartetto o, al massimo, il quintetto. Scomparso nel 1965, a neanche cinquanta anni, Tadd  Dameron ha lasciato un songbook di inarrivabile qualità, da cui solo raramente i jazzisti attuali traggono ispirazione. Benvenuto quindi questo CD, che ha il grande pregio innanzitutto di proporci una carrellata esauriente (anche se non esaustiva, mancano infatti alcune perle come,ad esempio “On A Misty Night” e “Soultrane”) delle sue composizioni, rese con totale partecipazione e “feeling”. Hammer rispetta la melodia, che nulla ha perduto del fascino originario, e si avvale di due ritmi stupendi per dar vita ad un album in trio prezioso e musicalissimo, un vero godimento per le orecchie e lo spirito. John “Stormy” Webber dà prova di grande intonazione e presenza lungo tutte le tracce e il fido compagno Joe Farnsworth è così dentro questa musica da ricordare più Philly Joe Jones, ovvero la musa di Dameron, piuttosto che il suo abituale ispiratore Billy Higgins. Con questi due al suo fianco, Tardo affronta forse la prova più importante della sua carriera con notevole maturità e perizia tecnica. Le note di copertina, scritte da George Ziskind, amico personale di Tadd Dameron negli ultimi anni di vita, offrono un saggio pertinente a tale riguardo, ma allo stesso tempo non si limitano all’analisi delle strutture, sempre importanti per carità,  sottolineando spesso come il pianista, pur rimanendo se stesso, non abbia tradito lo spirito dell’arrangiatore, curando i particolari e mai alzando la voce. E Tardo, aggiungo io, ha ottenuto un risultato del genere senza l’ausilio dei fiati, tanto importanti nell’estetica di Dameron. Un altro motivo di interesse verso questo disco, consigliato vivamente a tutti gli amanti del trio.

 

Massimo Tarabelli

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