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CAROL FREDETTE “Everything In Time” – Soundbrush (2008)

CAROL FREDETTE

“Everything In Time” – Soundbrush (2008)

 

Without Rhyme or Reason / I Wish I Knew / Dream Dancing / Last Night When We Were Young /The Way You Look Tonight /Vivo Sonhando /Pieces of Dreams /I Was Born In Love With You /A Fine Romance/ O Pato /Bilhete /Love Thy Neighbor /Would You Belive? /Only Trust Your Heart /Wait A Little While

 

Carol Fredette, voce; Barry Danielian, tromba; Aaron Heiche o Bob Malach, sax tenore; Helio Alves o Dario Eskenazi o Andy Ezrin, pianoforte; David Finck, contrabbasso; Leonardo Amuedo, chitarra; Adriano Santos o Victor Lewis, batteria; Mauro Refosco, percussioni

 

Se amate Blossom Dearie, Barbara Carroll, Teddi King, Irene Kral, Jeri Southern, Pinky Winters, Patti Wicks, insomma la categoria delle “cabaret singers” che tanto deve a personaggi (grandiosi quanto, ahimé, dimenticati) come Lee Wiley e Mabel Mercer, allora Carol Fredette è per voi.

 

A meno che non la conosciate già. Ma è difficile, temo, perché nella sua lunga carriera, ha inciso appena cinque dischi, e solo uno, “In The Shadows” (Owl, 1993) venne distribuito da una major in Italia. Si trattava di un duo con uno dei suoi mentori, il sommo pianista Steve Kuhn. Un altro personaggio a lei vicino, che l’aiutò molto nella vita artistica, è Bob Dorough, al quale Carol non manca di dedicare almeno un pezzo ogni volta. Anzi, il suo disco precedente, “Everything I Need” (Brownstone, 1995) era tutto dedicato al songbook di Dorough e di un altro degno compare, il cantante e pianista Dave Frishberg. L’orizzonte stilistico è quindi ben delineato : raccontare storie con un canto sottotraccia, attenzione massima al testo, rilettura di standards soprattutto dimenticati, nessun “piri piri” (ci siamo capiti…), e interpretazione sopra ogni cosa con personalità. A tutto ciò si aggiunge l’amore verso la musica brasiliana, che la voce sommessa, mai sopra le righe, della Fredette colloca nella sua cornice più consona. E si parte subito con un arrangiamento di samba di una brano uscito dalla penna di Dorough e Fran Landesman, la quale scrisse molti testi per il cantante e pianista, tra cui vorrei ricordare la celebre “extravagant” love song “Nothing Like You”. Altre canzoni escono dal firmamento di Hollywood, inteso come cinema, alcune note come “ I Wish I Knew”, rese celebre da Dick Haymes in un film del 1945 e la straordinaria “Last Night When We Were Young” (1935) che veramente non fa rimpiangere la versione definitiva di Frank Sinatra; altre molto meno conosciute come “Love By The Neighbor”, un hit dimenticato di Bing Crosby (1934) o “I Was Born In Love With You”, tema di Michel Legrand del film “Cime tempestose” (1970, produzione inglese) con le liriche di Alan e Marilyin Bergman. Altre perle sparse sono “Bilhete” di Ivan Lins, “Only Trust Your Heart” di Benny Carter e “Would You Believe?” di Cy Coleman,  autore che non poteva e non può mancare a chi vive repertori di questo tipo.

Carol Fredette dice, al termine delle note di copertina, che “Quando qualcuno mi ascolta e rimane coinvolto in qualsiasi maniera, emozionato, felice o con il sorriso, a me basta. Sono contenta”.

Che bello vedere e sentire che ancora  esistono integrità artistica, onestà e amore per le cose vere, quelle che rimarranno per sempre. A noi saperle scoprire.

 

Massimo Tarabelli

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