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ANDREA POZZA – “Gull’s Flight” – Abeat (2011)


“Gull’s Flight” – Abeat (2011)

A Propos / Sir Pent / Gull’s Flight / Koe Koe Roe Koe Koe / Sem Palavras / Le Poirier Fatigué / Demasqué / Dancing Fog / La Vache Qui Rit / Three Slices Of Bread

Andrea Pozza – pianoforte
Dick de Graaf – sax tenore, sax soprano
Christian Brewer – sax alto
Jos Matchel – contrabbasso
Shane Forbes – batteria

Diciamolo chiaramente: ben pochi musicisti, nel mondo, sono in grado di produrre un disco così. Non mi riferisco tanto alla qualità (opere eccellenti ancora esistono, per fortuna), ma alla filosofia di fondo, al rispetto verso un linguaggio dai più dimenticato, quando non addirittura offeso (e in questa estate ne abbiamo purtroppo ascoltato qualche esempio).

Andrea Pozza è musicista umile e straordinario, che fugge le copertine ma resta tra i più ammirati e considerati nel mondo che conta di più, cioè quello dei jazzisti veri. Faccio mia, a tale riguardo, una frase stupenda che Leonard Feather rivolse ad Art Pepper: “un artista affascinato dal potere della bellezza, piuttosto che dalla bellezza del potere“. Andrea è fatto così: il suo pianismo affonda le radici nella grande tradizione bop e mainstream, ma il suo sguardo è sempre rivolto verso la musica, alla pregnanza melodica e ad una leggibilità che punta diretta al cuore dell’ascoltatore. Tra le sue diverse formazioni, questo recente quintetto è un diamante dalle varie sfaccettature, in cui ogni musicista apporta un bagaglio di conoscenze e capacità strumentali di tutto rispetto. Il più noto è il tenorista olandese Dick de Graaf, già da diversi anni partner di Andrea in proposte sempre stimolanti (forse ricorderete l’omaggio a Oliver Nelson che suonarono alle Muse nel 2005). Autore di metà dei pezzi – i rimanenti escono invece dalla penna del pianista – de Graaf è anche responsabile degli arrangiamenti, intelligenti e caratterizzanti, mai rivolti al già sentito, che permettono un ascolto diversificato e non stancante dell’intera scaletta.

Il quintetto agisce come un corpo unico, dimostrando così un’anima precisa, la volontà di tenere in piedi il “progetto” (perdonate l’utilizzo di questo termine, troppo spesso utilizzato a sproposito) il più a lungo possibile, ma è anche passerella di assoli splendidi, che riflettono sì la tecnica ma soprattutto scioltezza di linguaggio, originalità nel fraseggio, personalità dei musicisti coinvolti. Prendete l’alto sassofonista inglese Chris Brewer, per esempio: il suono e lo stile richiamano molti nomi (da McLean a Stitt, ma anche e forse soprattutto una linea tutta inglese che contempla Peter King e il dimenticato Derek Humble, colonna della Clarke-Boland Big Band), eppure l’impressione finale è che non copi nessuno, esprimendo quindi solo se stesso. E poi l’altro olandese, il bassista Jos Matchel, interpreta il suo ruolo con sorprendente facilità e presenza, evidenziando soprattutto una cavata poderosa figlia di un insolito utilizzo del pollice della mano destra. La sua empatia con il batterista inglese Shane Forbes – stupefacente, forse il migliore oggi nel vecchio continente – è totale, in grado di garantire una base ritmica solida e duttile, sia nei tempi più complessi che in quelli liberatori più swinganti. Dal suo canto, de Graaf sfoggia una sorprendente agilità al soprano – peccato che lo adoperi in un solo pezzo, l’interessantissimo “Koe Koe” – e un timbro largo e virile al tenore, il cui vibrato impone un forte lirismo a “Dancing Fog”, unico brano eseguito in duo. Dovendo citare almeno un altro pezzo, indico in “Demasque” un ulteriore punto di forza del disco, in cui i due fiati attuano una rincorsa folle da togliere il respiro.

Quando si esibì al AJSF 2010, questo gruppo si presentò in quartetto per l’assenza improvvisa – causa dolorosa otite – di Dick de Graaf. Allora non ne sentimmo la mancanza, ma certo l’ascolto di questo CD ci indica che invece avevamo perso qualcosa di ricco e importante. Speriamo quindi riproporlo nella sua interezza. Andrea Pozza del resto sa bene che Ancona Jazz lo seguirà sempre, in ogni sua avventura.

Massimo Tarabelli

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