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BIRELI LAGRENE & Friends Live Jazz A Vienne – DVD Dreyfus (2004)

..Visti


Bireli, classe 1966, è il più famoso chitarrista di stile manouche al mondo in questo momento. La sua notorietà è dovuta anche a qualche anno “elettrico”, soprattutto al fianco di Jaco Pastorius, ma il grande amore verso il mondo acustico di Django Reinhardt e del suo stile immortale è riemerso con forza nel Gipsy Project che il chitarrista alsaziano sta tenendo in piedi negli ultimi anni.

Non possiamo stupirci di ciò, viste le origini gitane di Bireli, bambino prodigio e autentico virtuoso delle sei corde. Questo DVD, della durata monstre di quattro ore, presenta un suo doppio concerto al festival di Vienne.
Il preserale è occupato dall’abituale gruppo di Lagrene che, a ricalco dell’Hot Club De France, prevede, oltre alla solista del leader, altre due chitarre ritmiche, eccellenti come il contrabbassista, e lo strepitoso violinista Florin Niculescu, tecnica e intonazione di prim’ordine. E’ incredibile come questi brani, classici con oltre mezzo secolo di storia sul groppone, riescano ancora ad apparire freschi ed emozionare. Bireli ci mette del suo, è ovvio, ma sempre più mi convinco che Django era un genio, l’unico che l’Europa abbia avuto nel campo del jazz.
Il concerto serale è forse ancor più eccitante, malgrado la forzata spezzettatura dei tanti “amici” che si avvicendano sul palco. Tra duetti, trii e altre combinazioni assortite, assisterete ad una sfilata di chitarristi gitani al 100 %, come Dorado, Samson e Tchavolo Schmitt, il nipote di Django, David Reinhardt (figlio di Babik, ancora piuttosto immaturo, comunque), lo strepitoso Angelo Debarre (con tanto di brillantina, baffettini e tatuaggi),e poi Stochelo Rosenberg, Sylvain Luc (l’unico con chitarra classica e corde di nailon, convincente lo stesso), Richard Galliano e altri ancora. Insomma, un trionfo di swing, improvvisazioni vertiginose, divertimento autentico nel suonare pezzi da scoprire e reinventare continuamente.
Dopo il secondo bis per l’intero ensemble in cui ciascuno si riserva un paio di chorus su “Minor Swing” (il manifesto di questo stile), le oltre diecimila persone (!) presenti scattano in un boato da stadio.
Probabilmente in Italia non si ripeterebbe un successo del genere, ma vi assicuro che l’entusiasmo è contagioso e condivisibile, anche perché le riprese sono magistrali e il suono è perfetto.
Come bonus: backstage, interviste e tre brani di un Bireli giovanissimo e quasi irriconoscibile a Montreux nel 1981. Se il fisico è molto cambiato, stile, tecnica e idee sono cresciuti ad un livello di assoluto riferimento.
Imperdibile per i chitarristi, è ovvio, ma anche i jazzofili lo tengano bene in considerazione. Non capita poi spesso di imbattersi in un documento sonoro di così vasta e profonda intensità.


Massimo Tarabelli

link:
www.dreyfusrecords.com


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