“George Gershwin abbraccia Jerome Kern”
- Alfredo Ferrario, clarinetto;
- Sandro Gibellini, chitarra;
- Roberto Piccolo, contrabbasso.
The Man I Love, Summertime, A Foggy Day, Embraceable You, Lady Be Good, I Got Rhythm, Someone To Watch Over Me, All The Things You Are, I Won’t Dance, The Song Is You, Yesterdays, Ol’ Man River, Smoke Gets In Your Eyes, Long Ago And Far Away, The Way You Look Tonight : sono solo alcuni dei titoli, famosissimi, che George Gershwin e Jerome Kern scrissero nella loro carriera, un corpus di capolavori tali da segnare profondamente la storia della musica americana del primo ‘900. Quasi coetanei, Gershwin (1898-1937) e Kern (1885-1945) composero per Broadway e per il cinema brani diventati ben presto dei classici.
I jazzisti, di tutti i tempi e stili, si sono gettati a capofitto su quei temi meravigliosi, e le loro improvvisazioni si sono accomunate ad uno scenario di combinazioni sonore, dal solo alla big band, senza pari. E tuttavia la formula qui proposta è forse più unica che rara. E già, se da una parte la formazione clarinetto, chitarra e contrabbasso rimanda a certe proposte d’avanguardia legate a Jimmy Giuffre, dall’altra sottolinea la preziosità cameristica di questo repertorio, esaltandone le linee melodiche e la profondità lirica. Certo, non è operazione facile in tale economia di mezzi. Ma quando i protagonisti sono di levatura simile, tutto appare possibile e naturale. Alfredo Ferrario è, oggi, forse il miglior clarinettista di jazz classico d’ Europa. Dotato di grande scioltezza tecnica e di un fraseggio fluido e personale, denso di swing, Alfredo possiede una vastissima cultura specifica, che esce con prepotenza nei diversi progetti che lo vedono coinvolto, da “Blue Napoli” a Hengel Gualdi, da Benny Goodman a Kenny Davern, a cui ha dedicato un disco di grande successo critico a livello internazionale. Sandro Gibellini è figura di primaria importanza nell’ambito della chitarra jazz in Italia post Franco Cerri. La sua maestria si è sviluppata in molteplici direzioni, a partire dal classico trio con contrabbasso (Ares Tavolazzi) e batteria (Mauro Beggio) per continuare con un’altrettanto copiosa attività di sideman , musica leggera di qualità inclusa (a lungo accanto a Mina). Infine Roberto Piccolo è tra i bassisti di maggiore affidabilità in tale contesto espressivo, esemplare di quanto ormai la padronanza dello strumento non possa scindersi da un sempre più decisivo bagaglio di conoscenze storiche.
Concerto esclusivo e prezioso, dunque, che sicuramente lascerà emozioni e ricordi in ogni spettatore.
INGRESSO LIBERO e GRATUITO