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PETER BERNSTEIN trio

Data: 20 Aprile 2008 - 21:15

“plays Monk”

Peter Bernstein chitarra
Mike LeDonne Hammond
Willie Jones III batteria

Nell’apparente eterogeneità de “Le Strade  2008” è possibile scovare un elemento comune, un valore estetico che trova nell’abbattimento di barriere stilistiche e temporali il suo punto principale di riferimento. Guardate questo trio: a prima vista sembra un normale trio di chitarra, basso e batteria (a parte il fatto che i musicisti sono fra i migliori del mondo). Eppure il repertorio scelto, difficilissimo da seguire per qualsiasi chitarrista, lo rende pressoché unico. Thelonious Monk è il più grande scrittore di temi jazzistici, dopo Duke Ellington, e il suo approccio è pianistico al massimo : dissonanze, cluster, salti frequenti di ottave, tecnica specifica di risonanza, per cui alcune note vengono bruscamente rilasciate a favore di altre (acciaccatura). Tutto questo è estremamente complicato riproporlo alla chitarra, strumento che Monk tra l’altro mai affrontò, a parte la collaborazione con Charlie Christian al Minton’s, nel 1941.
Peter Bernstein è in grado di superare questi ostacoli pur partendo da un’impostazione stilistica assai diversa, e ne è prova la dimestichezza con numerosi organisti (JackMcDuff, Melvin Rhyne, Larry Goldings, Charles Earland, Dr. Lonnie Smith) che ne hanno temprato il fraseggio blues, alla Grant Green e Wes Montgomery per intenderci. Ma il chitarrista possiede una capacità di osare e di rileggere armonicamente i brani che guarda anche a Jim Hall, così i suoi concerti (e Ancona Jazz l’ha spesso invitato, in varie sedi) non sono mai banali o ripetitivi, ma al contrario sempre prodighi di nuove idee e modalità espressive.