Forse il termine più comune, quando si parla di musicisti jazz, è “sottovalutato”. Anche se talvolta questa parola viene usata troppo facilmente, crediamo che esistano ben pochi jazzisti sottovalutati come Marc Copland. Nato nel 1948, Marc ha sviluppato una concezione armonica e timbrica di assoluto valore poetico, confortato da una padronanza tecnica d’eccellenza, in cui la sapienza di tocco, il magistrale uso del pedale e delle dinamiche, ne fanno il capofila di una serie di pianisti caratterizzanti l’ultimo decennio (da Brad Mehldau al compianto Esbjorn Svensson). Spesso presente in gruppi allargati, Marc solo da qualche anno ha intensificato una produzione che lo vede realmente protagonista, in solo e in trio, e in tal modo tutti gli appassionati hanno finalmente conosciuto a fondo un maestro della tastiera, giunto ad una maturità di inarrivabile lirismo. Non poteva avere intuito migliore il nostro contrabbassista Riccardo Del Frà, da decenni residente in Francia e quindi magari poco noto ai più giovani jazzofili, ma che ha sempre privilegiato, nelle sue lunghe collaborazioni con Chet Baker, Enrico Pieranunzi, Barney Wilen, Enrico Rava e Philip Catherine (solo per citarne alcuni …), un approccio alla musica quanto mai profondo, grazie anche ad un suono stupendo e ad una capacità di sostenere il solista sempre fresca ed originale. Completa questo superbo trio il grande Billy Hart, su cui è inutile spendere troppe parole, dato che si tratta di uno dei massimi batteristi della storia del jazz.

Il significato delle “Strade del Jazz 2011” è forse racchiuso proprio in questo primo concerto : un jazz per l’anima e il cuore, proposto da artisti che antepongono i valori interiori ad una dimensione ludica, e di algida tecnica, della musica.