In occasione del cinquantenario di Ancona Jazz, Spaziomusica pubblica la traduzione italiana, a cura dei fratelli Massimo e Stefano Tarabelli, di un classico della letteratura jazzistica europea, quel “Some of My Best Friends are Blues” che Ronnie Scott scrisse nel 1979 per celebrare i primi vent’anni di vita del suo jazz club, il quale nel tempo sarebbe diventato – e lo è tuttora – forse il più prestigioso nel vecchio continente.
Presentato così, il libro potrebbe sembrare un susseguirsi di noiose vicissitudini di musicisti inglesi per lo più sconosciuti, il cui interesse si rivolgerebbe ai soli studiosi della materia. Ma, in realtà, queste pagine fin dal primo impatto si rivelano di una godibilità inaspettata, impregnate di quel tipico humour inglese che strappa più di un sorriso, e perciò apprezzabili da chiunque. L’autoironia la fa da padrone in tutti i capitoli, che Ronnie ama poi concludere sempre con degli “interludi” di pura comicità, talvolta “black”, accostabili a quella di esponenti illustri come Peter Sellers, Spike Milligan e i Monty Python. D’altra parte, come ben sa chi già lo conosce, Ronnie Scott non fu soltanto uno dei massimi sassofonisti inglesi (memorabili il quintetto dei “Jazz Couriers” accanto ad un altro gigante quale Tubby Hayes, e la sua partecipazione, pressoché stabile, nelle fila della Clarke-Boland Big Band), ma anche una figura unica di presentatore e intrattenitore. E qui ne leggerete di tutti i colori, da aneddoti riguardanti alcuni giganti ospitati nel locale – i capitoli dedicati a Ben Webster e Miles Davis sono uno spasso – alle disavventure con gli spettatori e le forze dell’ordine londinesi, fino alle freddure pure e semplici, piuttosto rare nel mondo attuale del jazz.
In definitiva, si tratta di un piccolo ma prezioso oggetto da collezione: stampato in sole 50 copie numerate per la vendita, potrete trovarlo esclusivamente presso i nostri concerti.