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GIACOMO GATES “You” (Savant; 2021)

Exactly Like You /I Can’t Give You Anything But Love /With Plenty Of Money and You /I Didn’t Know About You /The Nearness of You /It Had To Be You /I Thought About You /I Mean You /P.S. I Love You/ Are You Havin’ Any Fun? /I Remember You /You’re Blasé /Everything But You / You’ve Changed /Since I Fell For You /I’ve Got News For You /You Never Miss The Water ‘Till The Well Runs Dry

Giacomo Gates, voce; Tim Ray, pianoforte; John Lockwood, contrabbasso; James Lattini, batteria

Sono trascorsi quattro anni dall’ultima prova discografica (“What Time Is It?”) e Giacomo Gates torna con un nuovo, godibilissimo, “You”, opera con un’idea precisa a fare da guida, riservata all’altro, lui o lei che siano. E lo fa con lo spirito di sempre, vale a dire di “hipster” legato al mondo del vocalese (Babs Gonzales, Eddie Jefferson, Jon Hendricks in testa), ma in modo meno esasperato, più maturo e consapevole del materiale che ha davanti. Partiamo subito col dire che, vista la quantità dei song proposti, ben 18, non si tratta di un CD doppio come si potrebbe pensare, ma di una scelta precisa nel concentrare in 2-3 minuti tutto quello che si può dire, come d’altronde si è sempre fatto in passato, nei vecchi 78 o 45 giri. Ciò determina un impoverimento del messaggio? Tutt’altro, mi sembra. Giacomo è una vecchia volpe, sa bene dove colpire, e non c’è brano che non riservi qualche sorpresa, nella scelta del tempo, nell’utilizzo del testo, nell’improvvisazione scat farcita da spassosi tratti in yodel. Lo spirito del disco è racchiuso tutto già nel primo titolo, quell’”Exactly Like You” in cui Giacomo riesce a trovare spazio per sfruttarne il giro armonico e citare, uno dopo l’altro, “Take The A Train”, “Watch What Happens”, “Nakagaski” e “The Girl from Ipanema”: inaspettato e divertente! Ma i testi su cui il cantante ha modo di giocare – in “It Had To Be You” ripete le cinque parole del titolo in continuazione, “Since I Fell For You” si racchiude in un parlato narrativo – seguono un filone preciso nell’ordine delle relazioni umane, dal primo incontro alla fine, in genere amaro e deludente, da “You’ve Changed” in avanti. Su “You Never Miss The Water” mi sono trattenuto di più perché la copertina reca, come autore, Lucky Thompson, ma non risulta, dalle discografie, che il sassofonista l’abbia mai inciso. Una versione cantata famosa fu di Ray Charles, alla pari di “I’ve Got News For You”, contenuta nel celebre “Genius + Soul= Jazz” per la Impulse, con gli arrangiamenti sontuosi di Quincy Jones e Ralph Burns, e gli autori sono differenti. Detto questo, il titolo è in realtà un proverbio, il cui significato è, grosso modo, “Non ti rendi conto di ciò che hai finché non l’hai perso”.
Degna conclusione di un disco insolito, e per questo maggiormente apprezzabile da chi già conosce molto bene questi pezzi. Giacomo non cerca la celebrità, non l’ha mai fatto, ma resta aderente ad una visione del jazz senza compromessi, che ama il rischio senza perdere mai di vista la musicalità che la sua storia richiede. Sostenuto da una sezione ritmica impeccabile, quanto poco nota (Lockwood a parte), Giacomo ci sorride nel retro di copertina, e non può essere diversamente. Noi lo conosciamo bene per averlo ospitato diverse volte in passato, e possiamo confermare che, oltre all’artista, si tratta di una persona magnifica, con cui si entra subito in sintonia. Spero proprio che le nostre strade si incrocino di nuovo in futuro.

Massimo Tarabelli

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