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FRANCESCA LEONE with GUIDO DI LEONE POCKET ORCHESTRA

“Querida” Fo(u)r  (2014)

Samba Em Paz / Olha Pro Ceu /Favela /Desafinado /Samba do Aviao /Querida (for Laura) /Samba De Mulher /Batida Diferente /O Pato /Samba De Orly / Samba Triste

Francesca Leone, voce; Guido Di Leone, chitarra; Mike Rubini, sax alto; Francesco Lomangino, sax tenore, flauto; Alberto Di Leone, tromba, flicorno; Vito Andrea Morra, trombone, arrangiamenti; Gianluca Fraccalvieri, basso elettrico; Fabio Delle Foglie, batteria; Enzo Falco, percussioni; Pentasamba Choir nel brano 5

Immagino già le parole di chi leggerà l’elenco dei brani : “Come, ancora Desafinado, Samba Do Aviao, O Pato? Basta, non se ne può più!”. Conosco molto bene, data la mia trentennale esperienza nel settore discografico, l’atteggiamento superficiale e snobistico dell’ascoltatore medio. Beh, un fondo di verità esiste, talvolta le versioni di questi song celeberrimi sono sbiadite e superficiali, ma non è certo questo il caso. Francesca Leone firma in realtà un disco (il suo quinto, se non sbaglio) appassionato e generoso, pieno di riletture rese ancor più vitali da un timbro di voce ricco di sfumature, profondo e allo stesso tempo di rapido impatto, con qualche chicca qua e là che allarga i confini della bossa per invadere forme vicine quali lo choro, il samba, la canzone d’autore. Francesca ama questo mondo e si sente in ogni “solco” (perdonate il termine analogico!), grazie ad un canto insieme lirico e vivace, di grande intelligenza nell’affidarsi al sostegno di un piccolo gruppo fortemente jazzistico e all’estro di un arrangiatore, Vito Andrea Morra, di cui sentiremo sempre più parlare in futuro. Aver inserito il suo nome in copertina mi sembra opportuno dopo aver ascoltato tutto d’un fiato questo disco, mai ripetitivo e aperto a un ampio ventaglio di assoli. La Pocket Orchestra è una delle formazioni del chitarrista Guido Di Leone, uno dei migliori e più preparati in Italia. Con solo quattro fiati, Morra è capace di creare un suono orchestrale pieno, tra insieme e contrapposizione, oltre ad un’alta diversificazione timbrica. Ogni traccia presenta infatti solisti diversi, spesso accoppiati: il leader passa con disinvoltura dall’elettrica all’acustica, e poi via a tutte le combinazioni possibili, con interventi brevi e tuttavia esaustivi, sempre funzionali all’atmosfera generale della composizione.                                                                                                                                                                                      Tra gli autori, Jobim fa la parte del leone, come potevamo aspettarci, con quattro brani; gli altri escono dalla penna di Caetano Veloso, Joyce (che si conferma, con “Samba De Mulher”,  al vertice delle compositrici brasiliane di oggi), Mauricio Einhorn (con quel “Batida Diferente” legato sì a Leni Andrade, ma ripreso da un gran numero di jazzisti), Toquinho, Chico Buarque e Baden Powell. C’è anche spazio per un originale, proprio quello che dà il titolo all’album. Scritto da Guido con parole di Francesca e dedicato alla loro figlia Laura, “Querida” è un pregevole tema con uno “choro” in 3/4 come intro di notevole interesse. In “Samba Do Aviao” possiamo ascoltare, dopo un interludio fortemente percussivo, anche un coro femminile, in grado di fornire un’ampiezza di suono spettacolare, chiara antitesi per il finale, affidato alla sola acustica di Guido che, come in un distico ungarettiano, emoziona per quel fondo di malinconia che pervade sempre questa musica, capace come nessun’altra di andare direttamente al cuore di chi ascolta. Personalmente, attendo e spero in un seguito, altro che già sentito.

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